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domenica 5 giugno 2016

[Recensione] La libreria del buon romanzo di Laurance Cossè






Ciao libramici dalla vostra assistente blogger Marianna, oggi commentiamo insieme questo libro di Cossé sperando che chi l'ha letto voglia condividere la sua opinione con noi




Un misantropo appassionato di Stendhal nascosto in un paesino della Savoia viene misteriosamente rapito e abbandonato in una foresta contemporaneamente una signora bionda esperta guidatrice sulle strade impervie di un posto sperduto non si sa dove perde il controllo dell’auto e sbanda ed un altro personaggio di ritorno dalla sua abituale passeggiata in riva al mare viene fermato e terrorizzato da due sconosciuti cosa hanno in comune i tre protagonisti dei fatti?
La verità non si scoprirà che nella seconda parte del libro dove la vicenda si sposta su un altro piano.
Ivan e Francesca si incontrano per caso e scoprono dopo pochi istanti di avere in comune l'amore per i libri: lui li ha scelti come oggetto della propria professione, è un libraio che dispensa consigli ai suoi clienti trascurando le classifiche di vendita e le opinioni di editori e critici; lei, ricca ereditiera di origine italiana, se ne serve come valvola di sfogo di un matrimonio infelice e una figlia perduta. Insieme scelgono di realizzare un sogno: aprire una piccola libreria in cui si vendano solo “buoni romanzi”.
Cit pag 48:
“Da noi verrà gente che,salvo avere un amore particolare per l’autore,non comprerebbe mai un libro perché appena uscito,gente che acquista per motivi del tutto indipendenti dalla data di pubblicazione.Avremo il genere di persone che entrano in libreria sapendo già quel che vogliono…”
Un progetto del genere merita un’attenzione particolare ai dettagli nella selezione dei testi,ma come si stabilisce  cosa è buono e cosa non lo è e soprattutto chi si arroga il diritto di stabilire questo criterio?I protagonisti della nostra storia Ivan e Francesca non se la sentono di prendersi questa responsabilità e decidono di convocare otto esperti, le cui identità  dovrebbero restare ignote a tutti eccetto loro due, a loro viene affidato l'incarico di selezionare 600 romanzi meritevoli di stare sugli scaffali di “Al buon romanzo”.
Gli esperti vengono convocati accettano i criteri di segretezza imposti e consegnano le liste, parte così un grande e ambizioso progetto  che con un lancio appropriato genera subito consensi  e seguito nonostante la perplessità generale.
La felicità è effimera e non destinata a durare,gli  Esperti uno dopo l'altro, rischiano la vita in misteriosi incidenti, mentre l'iniziale curiosità per la libreria lascia spazio a scritte sui muri, lettere anonime e una serie di inaugurazioni a raffica di librerie concorrenti che generano tensione e portano i nostri protagonisti ad indagare con l’aiuto di Heffner un poliziotto appassionato di letteratura e come si scoprirà fervente seguace della libreria in questione.
Sulle tracce del colpevole, nel tentativo di schivare nuovi attacchi veri o diffamatori, contro l’opinione pubblica e la giustizia che non lo ritiene un caso su cui indagare, Francesca e Ivan combattono con forza per proteggere il loro progetto e la bontà della letteratura.



Cit pag 174


“Vogliamo libri che al loro autore siano costati molto,libri in cui si siano depositati i suoi anni di lavoro,il suo mal di schiena,i suoi punti morti,qualche volta il suo panico all’idea di perdersi,il suo scoraggiamento,il suo coraggio,la sua angoscia,la sua tenacia,il rischio che si è assunto di sbagliare…..Vogliamo libri che non ignorino niente della tragedia umana,niente delle meraviglie quotidiane,libri che ci facciano tornare l’aria nei polmoni”
Analizzando da un punto di vista critico il libro posso osare dire senza correre il rischio di spoilerare che mi ha lasciato in sospeso come se la scrittrice volesse in qualche modo scrivere una sorta di seguito e benché non resti incompiuto mi ha lasciato una sensazione di non completamento.
Innanzittutto credo che l’autrice non avesse le idee molto chiaro sul genere di romanzo che voleva scrivere e giunta alla fine del romanzo non sono in grado di collocarlo nemmeno io.
Inizialmente molto attratta dal titolo e dalla copertina nonostante la trama non mi avesse particolarmente colpito non ho esitato a lanciarmi in questa nuova avventura librosa.
 Mi intrigano le atmosfere tipiche della libreria, i personaggi  che ruotano intorno alla vicenda e soprattutto l'idea che nel testo si possano trovare suggeriti dei bei libri da leggere anche se questo implicherebbe una seconda rapida rilettura.
La  nota particolare ed interessante del romanzo è senza ombra di dubbio almeno per quanto mi riguarda l’incontro dello spiantato libraio Van con un gusto particolare per i libri di nicchia con l’ereditiera Francesca imprigionata in un mondo di cliché che non le dà la possibilità di far emergere la sua vera natura,ma soprattutto il dolore profondo della morte di sua figlia Violette che aleggia nella storia come un fantasma che in qualche modo interferisce con le scelte della nostra protagonista.
Stavolta non mi concentrerei sull’analisi dei personaggi che a mio parere non richiamano particolarmente l’attenzione del lettore,ma del valore che ha per noi lettori accaniti questo libro.
La libreria del buon romanzo è il sogno di chi come me legge dall’età di 5 anni e ama la lettura fine a se stessa cioè al piacere di leggere infatti ad oggi all’età di 32 anni non ho preconcetti su cosa leggere e cosa no,ma soprattutto sono fermamente convinta che ogni libro vada letto fino in fondo anche se a volte la tentazione di non terminare la lettura prevale almeno in me.
Non si giudica un libro dalla copertina,ma soprattutto un romanzo va considerato nella sua totalità anche se ammetto una grande debolezza… io non mi sarei mai presa la responsabilità di selezionare quale romanzo andrebbe venduto in questa libreria ideale,ma l’arrederei esattamente nella stessa maniera e cercando di mantenere gli standard prefissati sebbene gli consideri molto alti.
Molto difficile ripercorrere tutte le tappe di questo romanzo, in ogni pagina si condensano citazioni di libri, titoli di romanzi, nomi di autori poco noti, semisconosciuti o notissimi, riviste, periodici, nomi di critici, di gente che gira intorno all'industria culturale francese, di operatori esteri che vorrebbero copiare l’idea del Buon Romanzo, di ammiratori entusiasti, di detrattori e nemici che ingaggiano contro la libreria una lotta senza esclusione di colpi, senza mezze misure, che porterà allinatteso finale.

Altro sentimento che pervade tutto il romanzo è l’amicizia che si basa sulla condivisione dei gusti intellettuali e culturali, l’amore in ogni sua sfumatura, la delusione, l’incomprensione, la violenza cieca, la volgarità, l’invidia.
Leitmotiv dell’intera opera é l’amore autentico per la letteratura che dà ristoro al cuore e allanima.
Proporrei questa lettura a chi non è molto abituato a leggere perché in questo  modo si innamorerebbe della letteratura in quanto tale anche se ammetto che andrebbe letto almeno due volte poiché ci sono dei passaggi che andrebbero approfonditi e compresi meglio e che la voracità di lettura non permette di privilegiare in prima istanza poiché ciascun lettore ne  ricava solo una splendida elegia sulla letteratura





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